LA 1121-G056
Dichiarato dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanita", il Duomo di Modena rappresenta forse la massima espressione dell'architettura e della scultura romanica in Italia. Lanfranco e Wiligelmo segnano gli inizi dell'arte italiana nel Medioevo.
Espressione della nascente civiltà comunale, il Duomo di Modena, eretto nel XII secolo sull’area di una chiesa paleocristiana, è stato dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. Alla sua realizzazione sono legati i nomi dell’architetto Lanfranco, responsabile della progettazione dell’architettura della nuova chiesa, e dello scultore Wiligelmo, al quale si devono invece i rilievi marmorei dell’esterno dell’edificio. Sono questi, con la loro dinamica e intensa plasticità e la toccante capacità narrativa, che fanno del Duomo una grande biblia pauperum di pietra, realizzata da un grande protagonista dell’arte romanica. Altri interventi di grande fascino sono quelli del cosiddetto “Maestro delle Metope”, con le sue creature mostruose fantastiche che scandiscono i salienti del tetto, e dei maestri che lavorarono alla Porta dei Principi, realizzando l’architrave decorato con episodi della vita di San Geminiano, e gli allievi di Wiligelmo che realizzarono il portale istoriato della porta della Pescheria. L’interno, raccolto e austero, ospita a sua volta capolavori come il Presepe in terracotta di Antonio Begarelli, il pulpito di Enrico da Campione e il pontile realizzato dalle stesse maestranze campionesi che lavorarono anche alla facciata, fino a scendere nella cripta che custodisce le reliquie di san Geminiano e il gruppo scultoreo della Madonna della Pappa, uno dei vertici della scultura in terracotta di Guido Mazzoni. Il volume dei testi è curato da Chiara Frugoni, che nel suo saggio analizza e spiega il senso complessivo del programma decorativo dell’esterno, specchio delle tensioni ideologiche che attraversavano la città, offrendo letture e interpretazioni inedite. Adriano Peroni indaga invece il rapporto tra Lanfranco e Wiligelmo e i complessi problemi di una corretta lettura dell’architettura esterna e interna dell’edificio. Enrica Pagella si occupa dei maestri campionesi e dei cambiamenti che apportarono al progetto originale. Il censimento delle mensole figurate dell’esterno è realizzato da Marina Armandi, mentre Saverio Lomartire traccia un quadro delle iscrizioni dell’edificio e della loro relazione con le sculture. Nello Forti Grazzini descrive e studia gli arazzi fiamminghi del XVI secolo che fanno parte del patrimonio di arredi liturgici del Duomo. In ultimo, Rolando Bussi cura una sezione fotografica che illustra i cambiamenti dell’edificio e gli interventi effettuati su di esso tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. La campagna fotografica eseguita da Ghigo Roli coglie il Duomo al termine di un importante intervento di restauro e illustra dettagli ed elementi altrimenti impossibili da cogliere.
EURO 950,00
a cura di Chiara Frugoni
testi di M. Armandi, R. Bosi,
R. Bussi, R. Cattinari,S. Cavicchioli, C. Ciociola,C. Cremonini, M. P. Fantini,N. Forti Grazzini,C. Franzoni, C. Frugoni,A. Galli, A. Garuti,C. Giovannini, S. Lomartire,L. Lorenzini, A. Mazza,A. Milone, R. P. Novello,E. Pagella, G. Palazzi,A. Peroni, F. Piccinini,F. Rebecchi, L. Rivi,A. Sarchi, G. Trovabene,A. Volpe
fotografie di G. Roli
volume primo,tomi primo e secondo
Atlante fotografico pp. 830; 1611 illustrazioni a colori.
volume secondo Testi. Saggi e schede pp. 510; 204 illustrazioni
in bianco e nero.