QA0222-A201
Nato il 1951 a Spello, Alvaro Peppoloni vive e lavora a Castel Ritaldi e come l'Umbria è solare e mistico. I suoi dipinti sono sogni di luce, composti da una materia rarefatta, quasi evanescente.
I suoi sogni sono le emozioni di un'infanzia felice vissuta, come San Francesco, sulle pendici del Subasio. Lì, dove l'Appennino scende verso una valle gioconda, si addensano i ricordi di estati calde e assolate, di campi rigogliosi di girasoli, di distese rosse di papaveri.
I suoi dipinti murali, come affreschi consumati dal tempo, restituiscono quei ricordi d'infanzia trasfigurati in poesia di pace, di silenzio, di attesa. Una visione lontana dalla fretta, dall'euforia, dalla disperazione.
Antonella Manni dice che il mondo di Peppoloni è quieto, disteso, senza tempo, animato dall'armonia dei colori che si fondono, dalle ombre cangianti, dalle forme di un paesaggio trasfigurato, cantato, mitico. Un artista forse unico nel suo genere, sia per la sua tecnica, la sua tavolozza e la capacità di far convivere nella stessa opera figurativo ed informale, analisi e sintesi.
La tecnica è quella dell'affresco, lavorato su un'apposita superficie preparata personalmente dall'artista. Dopo aver dipinto per un lungo periodo ad olio, torna all'affresco; con terre morbide dai colori carichi ed a volte sfumati, riesce a trasmettere il senso di un tempo sospeso in una atmosfera dalla quale traspare più l'emozione che l'immagine così come nei suoi casolari mai abitati e mai abbandonati dove sull'intonaco dei muri si è depositato il tempo fatto di memoria.
Muri attraversati da fasci di luce, circondati dalla natura dai colori carichi e caldi, dove il lavoro dell'uomo si mostra in tutta la sua poesia e fatica. Un'atmosfera rarefatta e lieve, che aleggia in tutta l'opera. Man mano la sua pittura si trasforma in emozione pura e l'indagine sul paesaggio è sempre più sintesi di colori.
I particolari descrittivi che all'inizio sono nitidi e netti, tendono a scomparire, e le forme si organizzano in un turbinio di sfumature e velature dove non c'è più consistenza materica ma una nebbia colorata che non definisce ma emoziona, che non distingue ma cattura. Lettura immediata del particolare e paesaggi sospesi nel tempo, atmosfere rarefatte che trasportano chi guarda verso sogni e fantasia. Il mondo di Peppoloni è quieto, disteso, senza tempo, animato dall'armonia dei colori che si fondono, dalle ombre cangianti, dalle forme di un paesaggio trasfigurato, cantato, mitico.
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La tecnica è quella dell'affresco, lavorato su un'apposita superficie preparata personalmente dall'artista. Dopo aver dipinto per un lungo periodo ad olio, torna all'affresco; con terre morbide dai colori carichi ed a volte sfumati, riesce a trasmettere il senso di un tempo sospeso in una atmosfera dalla quale traspare più l'emozione che l'immagine così come nei suoi casolari mai abitati e mai abbandonati dove sull'intonaco dei muri si è depositato il tempo fatto di memoria.